per condurvi all'IMPORTANZA ESSENZIALE di ASSUNZIONE dei PROBIOTICI
nelle Epatopatie
La revisione di letteratura condotta da Anupriya Tripathi
e colleghi, recentemente pubblicata su Gastroenterology & Hepatology, ha
infatti sottolineato come sia particolarmente ricca anche la comunicazione tra
fegato e microbiota intestinale e di come questo ultimo sia coinvolto nello
sviluppo e/o progressione di patologie epatiche di varia entità e tipologia, in
cospicuo incremento negli ultimi decenni.
La conoscenza dei meccanismi che stanno alla base di
questa collaborazione, ancora del tutto da approfondire, sarà infatti utile per
la messa a punto di nuovi approcci diagnostici e terapeutici.
Le malattie a carico del fegato si dividono generalmente
in patologie da fegato grasso alcoliche
e non alcoliche benché siano tutte accumunate da un’eziologia a base
infiammatoria.
L’asse fegato-intestino diventa particolarmente delicato
in presenza di disbiosi intestinale. In questa situazione infatti, l’integrità
della barriera intestinale risulta notevolmente compromessa permettendo in
questo modo il passaggio nel torrente circolatorio di diverse microorganismi e
sostanze. Tra questi ci sono le endotossine e il DNA batterico, con conseguente
attivazione dei recettori immunitari epatici (il è fegato implicato anche nel
metabolismo degli xenobioti) e innesco della cascata infiammatoria che andrà a
concludersi, se non trattata, con la trasformazione irreversibile del tessuto
epatico fisiologico in tessuto fibroso inerte.
In che modo comunicano fegato e intestino?
Sono diverse e bidirezionali le vie di comunicazione tra
fegato e intestino e si snodano attraverso il tratto biliare, la vena porta e
la circolazione sistemica.
Gli acidi biliari, sintetizzati dagli epatociti a partire
dal colesterolo, facilitano l’emulsione e l’assorbimento dei grassi agendo
soprattutto a livello del duodeno e dimostrando una stretta correlazione con il
microbioma intestinale.
In condizione di disbiosi infatti, si ha uno
sbilanciamento tra la quota di acidi biliari riassorbiti nell’ileo e
ritrasportati al fegato, di norma il 95%, e quella non coniugata che ritorna al
fegato per assorbimento passivo, il restante 5%.
Lo squilibrio degli acidi biliari dovuto a disbiosi si
riflette a sua volta in un’alterazione del circolo enteroepatico con effetti
metabolici non ancora del tutto chiari oltre che andare a favorire l’inizio di
una risposta immunitaria e progressione dell’eventuale patologia epatica in
corso.
La vena porta rappresenta il canale preferenziale
attraverso il quale microorganismi e loro componenti giungono al fegato in
seguito alla compromissione della barriera intestinale causando infiammazione
in loco e danno epatico.
La circolazione sistemica invece, per definizione, mette
in comunicazione tutti i distretti del nostro organismo.
L’eccessiva proliferazione di batteri intestinali,
associata a un danno della barriera riversa nel torrente sanguigno, tra le
altre, endotossine batteriche in grado
di attivare recettori immunitari epatici quali TLR4, TLR9 e TLR2 che, a lungo
andare, andranno a promuovere il processo di fibrosi degli epatociti.
Un’altra conseguenza della disbiosi intestinale a carico
del fegato è l’aumento di concentrazione
sistemica di TMAO (trimetil-ammina N-ossido), recentemente correlata a rischio
cardiovascolare, e accumulo progressivo di trigliceridi a livello epatico
(steatosi epatica).
Anche la produzione di acidi grassi liberi risente di un
alterato equilibrio batterico. Generalmente infatti si osserva un calo nella
produzione in particolare di propionato, acetato e butirrato. Quest’ultimo è
particolarmente importante nel mantenimento delle giunzioni epiteliali strette
dell’intestino in quanto fonte energetica degli enterociti e quindi del
controllo della permeabilità intestinale.
Sia il fegato sia il microbiota intestinale infine rispondono
all’introduzione di etanolo incrementando i loro sistemi di metabolismo.
L’acetaldeide derivata dall’etanolo va tuttavia a
compromettere le giunzioni epiteliali della barriera andando anch’essa, come la
diminuzione di acidi grassi liberi, ad aumentare la permeabilità con
conseguente passaggio di componenti non fisiologici in circolo.
Il
ruolo del microbiota intestinale nelle patologie epatiche
Patologie
da fegato grasso non alcoliche (NAFLD)
Sebbene siano a loro volta distinte in forme progressive
e non progressive, in generale i pazienti colpiti da NAFLD presentano
un’eccessiva crescita batterica e disbiosi intestinale oltre che un accumulo
progressivo di grassi a livello epatico.
Ad esempio, attraverso la tecnica di sequenziamento
genico, Boursier et al., hanno dimostrato come i generi Bacteroides e
Ruminococcus siano notevolmente incrementati in questi soggetti e di come
Prevotella sia diminuita in quelli con la forma NAFLD progressiva. Loomba et
al. invece hanno riscontrato un aumento di E. coli e Bacteroides in pazienti ad
avanzato stadio di fibrosi. Altri studi hanno confermato inoltre la
correlazione diretta tra concentrazione di Gram negativi e severità della
fibrosi.
Patologie epatiche correlate ad alcol (ALD)
Analogamente alle NAFLD, anche le ALD sono caratterizzate
da disbiosi, in questo caso caratterizzata di norma da un arricchimento nella
concentrazione di Enterobacteriaceae e
da una di riduzione Bacteroidetes e Lactobacillus associata a un altrettanto
diminuita diversità micotica e della crescita di Candida. È importante
inoltre ricordare come l’alterazione batterica indotta da uso prolungato di
alcol sia reversibile solo in parte attraverso il supplemento di probiotici e,
ovviamente, la sospensione del suo consumo.
Recentemente si è inoltre iniziato ad esplorare la via
del trapianto di microbioma fecale per il trattamento delle ALD benché questa
opzione sia ancora in fase preliminare.
Cirrosi
È considerata l’ultimo grado di danno epatico in termini
di severità. Alterazioni batteriche sono state osservate in diversi studi
clinici condotti su pazienti cirrotici in seguito ad abuso di alcol o epatite
virale (Chen et al., Bajaj et al) come del resto anche in modelli sperimentali
analizzati in laboratorio. Ad esempio, a prova del coinvolgimento batterico
nello sviluppo di cirrosi, modelli murini privi di recettori epatici per
endotossine batteriche (TLR2, TLR4, TLR9 e NLP3) sono risultati protetti da
fibrosi epatica.
Carcinoma
epatocellulare (HCC)
La composizione del microbioma cambia notevolmente in
pazienti con HCC con la crescita in
particolar modo di E. coli e la trasmigrazione di Helicobacter verso il tessuto
tumorale. Anche l’integrità della barriera ha dimostrato di essere
compromessa. Il ruolo dei batteri anche in questa patologia è stato
sottolineato dalla somministrazione di antibiotici ad ampio spettro in quanto
ha comportato l’attenuazione dell’infiammazione epatica e della progressione
del tumore stesso.
In conclusione,
in base a questo lavoro di revisione si può affermare che:
Fegato e intestino comunicano attivamente e in maniera
bidirezionale;
numerose patologie epatiche, alcoliche o meno,
condividono una disbiosi intestinale e un’alterata permeabilità intestinale;
comprendere i meccanismi alla base di queste patologie sempre
più diffuse e che coinvolgono anche il microbioma potrebbe consentire la messa
a punto di nuovi approcci diagnostici e terapeutici per la prevenzione e il
trattamento.
Silvia
Radrezza daL SITO www.Microbiota.it
Proposte dalla Naturopatia :
>>Occorre Rivalutare Accuratamente l'Alimentazione dell'Individuo
ponendo attenzione alla Funzionalità Intestinale Stipsi o Diarrea Aerofagia Meteorismo ( Studi sul Microbiota Intestinale con Probiotici specifici es Bifiselle contro E.Coli e Clostridium)
>Alimentazione controllata sulle Interazioni tra Cibi che possono portare a Disbiosi Intestinale che bisogna accuratamente evitare ( Regole di Buona Alimentazione Prevenzione )
>Nutrizione Cellulare con Vitamine Idrosolubili VIT C e Sali Minerali
i paz consumano particolarmente Vitamine idrosolubili e Antiossidanti per la quantità di farmaci che assume .( Assunzione di Vit C secondo Linus Pauling)
>La Disfunzionalità Respiratoria Non consente una Respirazione Cellulare Efficace in termini sempre di Equilibrio del PH ( Educazione alla Respirazione Addominale)
>Uso di Zeolite ( al posto del Laevolac Lattitolo) per fuoriuscita pulizia da metalli pesanti anche ammoniemia che però NON è L'unica causa della Encefalopatia Porto Sistemica
>Revisione dei Neurotrasmettitori tramite test sul paziente sul comportamento pensieri e altri item .
>Per Depurazione del fegato diversi Prodotti fitoterapici e Dalla Natura
oltre al Desmodium prodotto che migliora la rigenerazione cellulare epatica
(dopo la Depurazione ).
Il Futuro per la Medicina è Personalizzarla fornendo Nuove Risposte Integrando le Conoscenze tra medicina Ufficiale e Medicina Naturale per una Integrazione Efficace sull' INDIVIDUO quale CENTRO dell'Interesse delle Organizzazioni per la SALUTE BENESSERE
Lavori in PPT NatSA:
Depurare il fegato
Disbiosi Intestinale
Assistenza Epatopatici
Fegato visione PsicoEnergetica . ( Elaborazione in Bioenergetica MTC)
Autoimmunità Fegato (Visione dal Naturopata )
Bicarbonato e HCC revisione .
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